Le Vigne

Quando si parla di terroir si devono necessariamente prendere in esame e porre in relazione tra loro numerosi fattori, da quelli climatici a quelli geologici, ma non solo, senza dimenticare l’influenza antropica nella sua azione trasformatrice. Fin da subito, a Pian dell’Orino, abbiamo sentito la necessità di una riflessione e di uno studio approfondito di questi elementi, per poi arrivare alla definizione di una zonazione aziendale che ci consentisse di conoscere e valorizzare sempre di più lo straordinario e irripetibile potenziale racchiuso in ciascun vigneto e nell’uva che ne ricaviamo.
Nelle nostre vigne troviamo tre principali tipologie di terreno, ciascuna collegata ad una specifica formazione geologica. In corrispondenza di queste produciamo tre diversi vini, oltre ad un Cru legato ad una vigna precisa, in occasione di annate dall’andamento climatico particolare.

L’origine dei nostri vini

Brunello di Montalcino Bassolino di Sopra docg
Prodotto solo in alcune annate, questo vino nasce nella parcella più alta di Pian Bassolino. La resa della produzione dipende dall’annata, ma non supera mai i 30hl/ha.
Annate finora prodotte: 2004 Riserva, 2007, 2010, 2012, 2015, 2016. 

Brunello di Montalcino Vigneti del Versante docg
L’uva per questo vino proviene da particolari aree delle vigne Pian Bassolino e Cancello Rosso, che tipologie di terreno particolarmente vocate alla produzione del Brunello.

Rosso di Montalcino Bassolino doc
Le uve provengono esclusivamente dalla vigna Pian Bassolino, e più precisamente dalle viti radicate in terreni composti da argille e calcari (Complesso di Canetolo) e costituiti da argilloscisti e argilliti fogliettate con intercalazioni di calcareniti (Paleocene - Eocene medio).  
Prima della vinificazione decidiamo, a seconda dell’annata, quale Rosso preferiamo affinare.
Annate finora prodotte: 2010, 2011, 2014.
Rosso di Montalcino doc
Questo vino viene prodotto con uve delle vigne Scopeta, Pian dell’Orino e Pian Bassolino.
Da quest’ultimo, in particolare, selezioniamo solo le uve delle viti che crescono nella parte centrale, sui terreni composti da argille fortemente calcaree (Complesso di Canetolo), marne di facile disgregazione, argille grigio-blu di origine pliocenica, alberese e flysch.
L’origine dei diversi terreni è variabile e risale alla fase di sollevamento fra la fine del Cretaceo e l’inizio del Terziario. Nei vigneti a sud-est le marne calcaree sono spesso miste ad elementi di origine vulcanica dovute alle eruzioni del Monte Amiata. Grazie alla ben presente frazione argillosa, gli acini sviluppano aromi fruttati e freschi.

Piandorino IGT
Le uve per il Piandorino provengono da tutte e cinque le nostre vigne, privilegiando le piante più giovani e quelle posizionate sui terreni maggiormente argillosi del Pliocenico.

Le nostre vigne

VIGNA PIAN DELL'ORINO 

Superficie vigneto: 0,7315 ha  
Anno d’impianto: 1997, esteso nel 2007
Varietà: Sangiovese cloni diversi
Quota media s.l.m.: 500 m 
Esposizione: sud/sud-ovest 
Sistema di allevamento: Cordone speronato e Guyot a Y
Sesto d’impianto: 2,5 x 0,8 m
Tessitura: AS (S43/L38/A19)*
Sostanza organica: 1,09%
Terreno: chiaro, calcareo. Sedimenti argillosi molto fini con interclusione di molluschi. 

Il vigneto Pian dell’Orino si trova ad un’altezza di 500 m s.l.m., in mezzo alle dolci colline che si estendono da Montalcino in direzione del cono vulcanico del Monte Amiata. Qui, circondate dai vigneti, si trovano anche la vecchia casa poderale adibita ad abitazione e la cantina.
Il vigneto, esposto a sud e sud-ovest, è stato piantato principalmente alla fine degli anni ’90, con un secondo impianto attorno alla nuova cantina nel 2007, che ne ha definito le odierne misure di 0,7 ha. La scelta delle forme di allevamento è ricaduta sul cordone speronato per la vigna del 1997, e sul doppio guyot per quella più recente.
La formazione del suolo chiaro e calcareo di questa vigna ha le sue origini nel lungo periodo che si estese al Cretaceo 70 milioni di anni fa, quando il mare esistente in questa zona vi depositò enormi masse di sedimenti calcarei. Nell’Oligocene, 20 milioni di anni fa, il terreno venne poi sollevato, definendo la conformazione collinare della zona. Circa 3 milioni di anni fa il giovane continente fu infine nuovamente inondato dal mare, che determinò il depositarsi di sedimenti argillosi molto fini con inclusione di tracce di molluschi. 


VIGNA PIAN BASSOLINO 

Superficie vigneto: 3,04 ha 
Anno d’impianto: 1998 
Varietà: 7 cloni di Sangiovese
Quota media s.l.m.: 340-390 m
Esposizione: sud/sud-ovest 
Pendenza: 13° 
Sistema di allevamento: Cordone speronato e Guyot
Sesto d’impianto: 2,5 x 0,7 m

“Pian Bassolino” - vigna Brunello di Montalcino Bassolino di Sopra
Superficie vigneto: 0,7848 ha
Esposizione: sud/sud-ovest
Sistema di allevamento: Cordone speronato
Portainnesto: 110R, 101-14, 420A, 161-49, 3309C  
Tessitura: AS (S49/L29/A22)*
Sostanza organica: 0,71%
Terreno: argilliti grigio-bruno e calcilutiti (Cretacico sup. – Paleocene)

“Pian Bassolino” - vigna Brunello di Montalcino Vigneti del Versante
Superficie vigneto: 1,385 ha
Esposizione: sud/sud-ovest
Sistema di allevamento: Cordone speronato
Portainnesto: 110R, 101-14, 420A, 161-49, 3309C  
Tessitura: AS (S49/L28/A23)*
Sostanza organica: 0,81%
Terreno: Terreni derivanti dall’alterazione dei litotipi sottostanti.

“Pian Bassolino” - vigna Rosso di Montalcino
Superficie vigneto: 0,8731 ha
Esposizione: sud-ovest
Sistema di allevamento: Guyot
Portainnesto: 110R, 101-14, 420A, 161-49, 3309C
Tessitura: SL (S55/L24/A21)*
Sostanza organica: 0,64%
Terreno: Depositi continentali conglomeratici (Rusciniano-Villafranchiano); arenarie e siltiti silicoclastiche-carbonatiche (Cretacico sup.)

Impiantato nel 1999 con un’estensione totale di 3,0 ha, il vigneto Pian Bassolino dista dal podere di alcuni chilometri in direzione Castelnuovo dell’Abate.
Pian Bassolino, un tempo campo e pascolo di pecore e capre, si erge tra 340 m e 390 m s.l.m. ed è esposto a sud/sud-ovest, rivolto verso l’onnipresente vulcano Monte Amiata.
I boschi misti, che circondano le nostre vigne con il loro ricco sottobosco, sono testimoni del clima moderato, così come anche i vicini uliveti e i cipressi che fiancheggiano le strade. 


VIGNA SCOPETA 

Superficie vigneto: 0,7 ha
Anno d’impianto: 2005 
Varietà: Sangiovese 5 cloni diversi
Quota media s.l.m.: 270 m  
Esposizione: sud-est 
Pendenza: 19°
Sistema di allevamento: Guyot e Alberello 
Sesto d’impianto: 2,2 x 0,8 m
Tessitura: AL (S19/L35/A46)*
Sostanza organica: 1,20%
Formazione geologica:
Terreni derivanti dall‘alterazione dei litotipi sottostanti.
Argilla siltosa marina grigiastra (pliocene). Macigno (Miocene inf. – Oligocene sup.) omogeneo e molto argilloso, calcareo.

La vigna Scopeta si trova fra Castelnuovo dell’Abate e Sant’Angelo in Colle.
Esposta a sud-est, riceve i primi raggi di sole della giornata, e con una pendenza del 35% può accogliere il massimo dell’energia solare.
Qui ad aprile le foglie germogliano sempre per prime e, normalmente, è la vigna da cui comincia la nostra vendemmia.
Il suolo, omogeneo e molto argilloso, presenta un alto contenuto di calcare e possiede una buona capacità di immagazzinare l’acqua.
A Scopeta l’uva tende a sviluppare aromi particolarmente speziati e di frutta nera. 


VIGNA CANCELLO ROSSO 

Superficie vigneto: 0,5695 ha 
Anno d’impianto: 1997
Varietà: Sangiovese
Quota media s.l.m.: 340 m 
Esposizione: sud/sud-ovest
Pendenza: 12°
Sistema di allevamento: Cordone Speronato 
Sesto d’impianto: 2,7 x 1,0 m
Tessitura: LS (S37/L40/A23)*
Sostanza organica: 0,75%
Formazione geologica:
Formazione di Santa Fiora (Cretaceo sup. – Paleocene inf.) Ghiaie, sabbie e limi (Pliocene)
Litofacies pelitico-arenacea – Formazione della Pietraforte (Cretaceo sup.)
Terreno: per metà terra rossa, un suolo di colore rossastro dovuto ai silicati ferrosi disgregati; inoltre sedimenti argillosi, argilla marrone e suoli marnosi.

La vigna Cancello Rosso si trova a 340 m s.l.m. nelle immediate vicinanze di una vecchia cava di travertino, indizio di un terreno molto calcareo, ma anche di sorgenti solforose che spesso sgorgano nei pressi del Monte Amiata.
Già ad occhio nudo si distingue un terreno superficiale dai colori molto variegati. Sedimenti argillosi dal colore giallognolo si alternano ad argilla marrone e marne dalle tonalità grigiastre. La “terra rossa”, un suolo dal colore rossastro dovuto ai silicati ferrosi disgregati, copre circa metà della superficie di questa vigna.
I suoli molto profondi costringono le viti a spingere le radici in profondità, dove estraggono i minerali specifici del terreno argilloso, che danno all’uva e al vino un aroma tipico e riconoscibile di nocciola e spezie.


VIGNA DEL MORO

Superficie vigneto: 0,3 ha 
Anno d’impianto: 2011
Varietà: Sangiovese
Quota media s.l.m.: 470 m 
Esposizione: nord-est
Sistema di allevamento: Alberello e doppio Guyot
Sesto d’impianto: 2,5 x 0,8 m
Tessitura: AL (S47/L29/A24)*
Sostanza organica: 1,68%
Terreno: chiaro, calcareo. Sedimenti argillosi molto fini con interclusione di molluschi. 

Reimpiantata nel 2011, la vigna del Moro è un vigneto sperimentale che racchiude tanti diversi cloni del Sangiovese, con lo scopo di osservarne le differenze genetiche direttamente nel contesto delle nostre condizioni climatiche e territoriali.
Proprio grazie a queste speciali condizioni la pianta si modifica nel corso degli anni, e questi cambiamenti ci interessano per poter individuare le viti e i cloni più adatti al nostro lavoro.
Questa vigna rappresenta la fonte principale per una selezione massale per futuri nuovi impianti.
Qui l’elenco dei cloni utilizzati »

*(Sabbia/Limo/Argilla) analisi del 2019

Mappa Vigne Pian dell'Orino

Vigne nuove: approcci antichi

Da sette diversi cloni provenienti dalla vigna sperimentale del Moro, abbiamo scelto le marze che sono poi state allevate per un anno in vivaio.
Nella primavera del 2020 questa selezione ha portato all’impianto di due nuove vigne di circa 0,25 ha: Vigna Pian dell'Oro e Vigna Olivetello.


VIGNA PIAN DELL’ORO

Situata nelle immediate vicinanze di Pian dell’Orino, questa vigna ha un’esposizione collinare superiore con una leggera pendenza verso est.
Non più convinti della diffusa monocoltura agricola, abbiamo sentito il bisogno di esplorare nuove strade, che ci hanno portato qui alla decisione di rinunciare ad un tutore artificiale per la vite.
Durante i nostri studi sulle antiche forme di allevamento, siamo stati attratti dal concetto della vite “maritata” emerso da tradizioni ed esperienze etrusche.
Dal XII secolo a.C. gli etruschi hanno mosso i primi passi verso la coltivazione della vite, partendo dall’osservazione delle viti selvatiche* che crescevano nei boschi. Imitando la natura, hanno quindi piantato il rampicante ai piedi di un albero vivo, che serviva da sostegno e che permetteva alla vite di svilupparsi in altezza fino alla sua chioma.
Questo sistema si espanse per secoli nella sfera d'influenza della civiltà etrusca (fino al sud della Campania, dove ancora oggi troviamo molti esempi), con poche variazioni tecniche a seconda delle esperienze regionali. Nelle diverse zone di coltivazione si svilupparono infatti col tempo le più svariate tecniche di potatura, e vennero selezionati come supporto alberi di pioppo, olmo, acero campestre, ulivo, gelso e fico.
Per questa vigna abbiamo scelto l'acero campestre, il prugno, il sorbo e il gelso.

Estensione: 0,225 ha
Sesto d’impianto: 2,8 m x 0,8 m
Densità d'impianto: 4450 ceppi/ha
Vitigno: Sangiovese, selezione massale di 7 cloni diversi della vigna sperimentale Del Moro

* Alla specie vitis appartengono nell'area eurasica le sottospecie della vitis vinivfera ssp. sylvestris, vitis vinifera ssp. caucasica e vitis vinifera ssp. sativa, che quindi vengono considerate come le originarie forme selvatiche dei nostri vitigni. Un tempo largamente diffusi nei boschi europei, si possono trovare ancora oggi isolati esemplari di vitis sylvestris. In millenni di allevamento e selezione, da queste sottospecie della vitis si svilupparono i vitigni della vitis vinifera L.ssp. vinifera, oggi nota a tutti noi. Fino ai tempi nostri sono state selezionate più di cinquemila cultivar.


VIGNA OLIVETELLO

Grazie all'influsso caratterizzante dei Greci sullo sviluppo del sud della nostra penisola, vi si sono instaurate altre forme e tecniche di allevamento della vite.
Fra queste, il “gobelet” o “alberello” è particolarmente adatto per i climi caldi e secchi.
Le condizioni micro e mesoclimatiche a sud di Castelnuovo dell'Abate ci hanno quindi suggerito di utilizzare il sistema di allevamento ad alberello.

Estensione: 0,25 ha
Sesto d’impianto: 2,5 m x 0,8 m
Densità d'impianto: 5000 ceppi/ha
Vitigno: Sangiovese, selezione massale di 7 cloni diversi della vigna sperimentale Del Moro